“Nulla è tanto dolce quanto la propria terra e famiglia, per quanto uno abbia in terre amene e lontane la villa più opulenta”
- Omero -
La Terra
Nonno Delio amava questa terra un amore così grande e potente da sentirlo sin dentro le viscere. Nessuna fame e nessuno stento, dopo la tragedia della guerra, poté essere più forte di quei battiti del cuore diretti come un’orchestra dal vento tra le foglie degli olivi.
La Terra fu la cura alle sofferenze e alle speranze infrante, così tanto da trasmettere quell’ardore di generazione in generazione.
Per noi Terra è casa, è il luogo in cui rivediamo nostro nonno camminare e annusare i profumi delle sue amate piante.
Nel suo ricordo abbiamo imparato a curarle e rispettarle, abbiamo imparato che la natura ha i suoi ritmi, che sa dirci di cosa ha bisogno e il nostro compito è saperla ascoltare. Ma da dove nasce la Nostrale di Rigali? La tradizione narra che l’origine di questa pianta risalga al Medioevo, quando l’Umbria era sottomessa allo Stato Pontificio e i viandanti in pellegrinaggio verso Roma misero a dimora le prime talee per lasciare una traccia del loro passaggio.
In questa terra fredda, ma rocciosa e priva di ristagni d’acqua quindi perfetta per la coltivazione dell’olivo, ebbe così origine la Cultivar Rigalese. I nostri olivi sono tutti posizionati ad un’altitudine che va dai 550 ai 700 metri dal livello del mare lungo una fascia ristretta larga non più di 400 metri e lunga una decina di chilometri.
di Collina
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Temperature rigide venti forti
La caratteristica che rende unica la cultivar Nostrale di Rigali è la capacità di resistenza al clima rigido di questo versante dell’Appennino, battuto dai venti e caratterizzato dalla rigidità delle temperature e gelate sino a primavera inoltrata.


Custoditi dalla montagna
A Nord un riparo dai forti venti è dato dalle montagne dell’Appennino, che in queste zone raggiungono altezze intorno ai 1300 metri, abbracciando e proteggendo i declivi sottostanti.
Sostenibilità
Gli olivi secolari costituiscono, spesso affiancando i borghi in pietra, il panorama caratteristico della verde Umbria, preservato sino ai giorni nostri dalla cura di generazioni. Il progressivo abbandono della montagna ha provocato l’impoverimento di molte attività agricole tradizionali, tra cui anche l’olivicoltura.
Per questo la nostra scelta di recuperare antichi oliveti abbandonati, invece di piantarne di nuovi, esprime la volontà di tutelare un paesaggio incantevole quanto fragile.
E’ questo un segno tangibile di come abbiamo deciso di onorare gli insegnamenti di Nonno Delio che tanto amava questa terra ed i suoi alberi.